Dalla caduta di Brucchi alle nuove elezioni, per il centrodestra 5 anni in attesa di Gatti

Allora contribuì alla caduta del sindaco della sua coalizione, oggi tiene sospesa una decisione sull’avversario di D’Alberto. E mentre si aspetta chi metterà la faccia alle amministrative, accusa le punzecchiate di Costantini (Lega) sul tonfo alla Provincia

TERAMO – Era il mese di gennaio del 2018 e il commissario prefettizio Luigi Pizii diventava commissario straordinario dopo lo scioglimento del Consiglio comunale di Teramo. L’esperienza dell’amministrazione Brucchi era definitivamente tramontata, sotto il ‘fuoco amico’ di quella componente civica della coalizione di centrodestra, guidata da Paolo Gatti. Le elezioni successive portarono all’elezione di Gianguido D’Alberto.

A distanza di 5 anni e in vista ancora una volta delle elezioni amministrative, cosa è cambiato in quel centrodestra? Qualcuno avrebbe pensato a un ricambio (anche generazionale), a una svolta decisa verso una unione da rivedere e rinforzare, con una pianificazione utile a cinque anni: invece il quadro è sempre lo stesso, perché chi la fece cadere allora (per i puristi della politica ‘contribuì’ assieme alle opposizioni) determina ancora oggi i destini del centrodestra, da leader della stessa lista civica, Futuro In. Negli anni recenti, Paolo Gatti ha tentato la strada delle alleanze ad effetto, quelle di rottura, clamorose. Partì con Minosse e Ginoble, poi ha strizzato l’occhio a Sottanelli deputato, alla Provincia si è unito in una strana coppia con Sandro Mariani. I risultati alla lunga non lo hanno premiato (Di Bonaventura alla presidenza della Provincia non ha certo brillato e alla Ruzzo Reti il patto con Ginoble sembra essere un ricordo), piuttosto lo hanno portato a litigare più di prima. E Il tonfo (non numerico ma politico) delle recenti ‘presidenziali’ alla Provincia, lo ha messo di fronte a un esame di coscienza.

Ma la partita vera è quella sulle amministrative. Da mesi, tanti, troppi, ha giocato al tira e molla sulla sua ‘discesa in campo’, per molti versi auspicata dal centrosinistra e la riuscita di D’Angelo starebbe a confermare questa sensazione di un candidato non proprio forte come dovrebbe essere. Gli stracci che stanno volando adesso tra lui e la Lega (il coordinatore provinciale del Carroccio, Jwan Costantini, ne ha stuzzicato la naturale predisposizione all’irritazione, parlando a nuora affinché suocera intenda), trascinando nella bagarre anche Fratelli d’Italia, dimostra che il nodo delle simpatie e dei veti incrociati, all’interno del centrodestra, è ancora decisivo. Cui prodest? Al centrosinistra sicuramente, dove il sindaco D’Alberto sta alla finestra, vedendo tra i primi obiettivi il ritorno della ‘figliol prodiga’ Maria Cristina Marroni e aspettando di conoscere chi metterà la faccia sui manifesti elettorali dell’opposizione.